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la rivoluzione dimenticata, la nascita della scienza moderna

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Ali della Notte
view post Posted on 9/10/2008, 13:55







Che il mondo della “cultura” :cry: italiano risenta ancora purtroppo dell’idealismo crociano e gentiliano :cry: :cry: :cry: lo si evince dal fatto che solo da noi viene giudicato colto :ph34r: chi magari ignora il mondo scientifico e matematico. Altrove sarebbe giudicato per quello che è: un ignorante, con l’aggravante del ciuccio e presuntuoso. :lol: Conoscere a menadito Dante e ignorare per esempio l’opera di un Newton o di un Einstein la dice lunga sulla questione.
Il libro che invito caldamente a leggere è:
La rivoluzione dimenticata: Il pensiero scientifico greco e la scienza moderna. Feltrinelli

La tesi sostenuta e discussa nel saggio è la seguente: il Medioevo, inteso come età buia non data dalla deposizione di Romolo Augustolo nel 476 dC ma con la fine, violenta, dell'età ellenistica ad opera di Roma. E' Roma, civiltà eminentemente pratica, che cancella una scienza che non ha nulla da invidiare alla scienza moderna. Lo studio della "rivoluzione scientifica", cioè della nascita del metodo scientifico, è indispensabile per la comprensione della "civiltà classica". L'esame del ruolo svolto dalla scienza nella civiltà ellenistica è essenziale per la valutazione di alcune questioni di capitale importanza per la storiografia, dal ruolo di Roma alla decadenza tecnologica medioevale alla "Rinascita scientifica" moderna.
La scienza moderna non nasce con Galileo e Newton. Le sue origini vanno retrodatate di almeno duemila anni, alla fine del IV secolo a.C. La Rivoluzione scientifica del XVII secolo riscopre la Rivoluzione ellenistica di figure come Euclide, Archimede, Eratostene, Aristarco di Samo e di tanti altri raffinati scienziati.
Oggi viviamo in una civiltà in cui la scienza ha indubbiamente un ruolo centrale, la sua nascita perciò è a tutti gli effetti un nodo fondamentale della storia. L'età ellenistica era sempre stata confrontata con l'età classica e con l'età romana, ovvero dal punto di vista di civiltà prescientifiche e assolutamente estranee ad essa, per questo veniva considerata un'epoca di decadenza. Quasi tutti gli scritti del tempo sono andati perduti. In età imperiale e soprattutto nel Medioevo si è dimenticato tutto, solo successivamente alla caduta dell'Impero Romano d'Oriente si cominciano a recuperare alcune conoscenze.
Nel III secolo nacque e si sviluppò la scienza, perlopiù ad Alessandria d'Egitto, la cui supremazia culturale fu indiscussa grazie soprattutto alla politica dei primi Tolomei. A partire dal 212 a.C. (data della distruzione di Siracusa) tutti i centri ellenistici vennero conquistati e spesso distrutti dai Romani, la scienza ebbe quindi un rapido declino.
L'ottica geometrica fu una delle prime applicazioni della matematica ellenistica. Euclide arrivò a stabilire leggi quantitative circa le ombre e le grandezze apparenti degli oggetti ed elaborò le leggi della prospettiva. La prospettiva venne poi dimenticata nel medioevo e non fu mai rielaborata indipendentemente, ricomparve solo con la riscoperta dei lavori di età ellenistica. Euclide considerava i raggi proprio come i segmenti, ovvero come enti teorici, ma in seguito, perse totalmente queste nozioni, essi vennero invece considerati come enti concreti e proprio per questo la teoria non venne più capita. E l'Astronomia? Ci sono rimaste pochissime opere e tutte marginali, abbiamo perciò soltanto poche informazioni: sappiamo ad esempio che che Ipparco (II secolo a.C.) aveva scoperto la precessione degli equinozi e aveva misurato la distanza media terra-luna e Aristarco (III secolo a.C.) aveva formulato una teoria eliocentrica ipotizzando un moto di rivoluzione intorno al sole e un moto di rotazione diurno attorno ad un asse inclinato rispetto all'orbita. Mentre Aristotele credeva in uno spazio e in un moto assoluti, in epoca ellenistica l'attribuzione di moti alla terra aveva finito per generare una concezione relativistica del moto e questo lo deduciamo dai seguenti elementi: Euclide osservava che le apparenze dipendono dal movimento relativo tra osservatore e oggetto osservato; Archimede studiava i moti della terra non in assoluto ma rispetto alle stelle fisse; l'opinione che Tolomeo confutava ipotizzava un moto che potesse essere attribuito equivalentemente alla terra o al cielo o ad ambedue; anche in molte altre opere ellenistiche veniva illustrata la relatività del moto. Nel II secolo a.C. vennero conquistate ulteriori conoscenze, ma non vennero più formulate nuove teorie scientifiche, anzi il metodo scientifico venne progressivamente rifiutato. :cry:












 
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FroZen83
view post Posted on 9/10/2008, 16:18




ok come membro dello staff inizi bene :P :P :P :P

dovresti mettere questo post in "sala lettura" non nell'area delle stime.......
 
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Ali della Notte
view post Posted on 9/10/2008, 21:17






Va bene farò seppuku, appena rimedio qualcuno che possa decapitarmi :rolleyes:
Invoco tutte le attenuanti Vostro Onore :rolleyes: :rolleyes:










 
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FroZen83
view post Posted on 10/10/2008, 20:25




dal tuo incipit si evince che un ingegnere appassionato di letteratura sia il meglio del meglio :B): :B): :B): :B): :B):


ahahahah
 
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3 replies since 9/10/2008, 13:55   521 views
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